La sentenza 1132/2024, emessa dalla Corte Suprema di Cassazione, ha stabilito un importante precedente in materia di accesso abusivo ai sistemi informatici, mettendo in evidenza il delicato equilibrio tra fiducia e sicurezza nelle aziende italiane.
Il caso ha coinvolto un dipendente di un noto hotel di Chianciano Terme, accusato di aver ottenuto l’accesso, senza autorizzazione, a un sistema informatico aziendale contenente un vasto e prezioso archivio clienti. Secondo quanto emerso durante il processo, il dipendente avrebbe utilizzato le credenziali di una collega per entrare nel sistema gestionale aziendale, operando al di fuori dei limiti delle sue mansioni ed esponendo l’azienda ed il collega a rischi rilevanti.
La Corte d’Appello di Firenze aveva confermato la responsabilità penale del dipendente in base all’articolo 615-ter del Codice Penale, relativo all’accesso abusivo a un sistema informatico o telematico. Tuttavia, in sede di ricorso, la Cassazione ha dichiarato il reato prescritto ai fini penali, mantenendo però la condanna a livello civile. La decisione non solo sottolinea l’importanza della protezione dei dati aziendali, ma obbliga anche il dipendente a rifondere le spese legali sostenute dall’azienda.
Questa sentenza rappresenta un ulteriore e fondamentale riconoscimento della gravità di eventi quali gli accessi non autorizzati ai sistemi informativi aziendali. In un’epoca in cui la sicurezza informatica è una priorità crescente, l’abuso dei sistemi da parte del proprio personale interno rappresenta un rischio che richiede, necessariamente, una gestione attenta e proattiva.
Se si sospettano accessi non autorizzati ai sistemi informatici della propria azienda o si ritiene di necessitare di una consulenza finalizzata alla prevenzione ed alla gestione di tali rischi, Argo S.p.A. è a completa disposizione. Contattaci per maggiori informazioni e per proteggere i dati aziendali da potenziali minacce interne.
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